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Fece nuove amicizie, divenne parte della comunità locale che l’affascinava così tanto, respirando ogni giorno quella deliziosa brezza ellenica. Per stabilire il suo piano di volo, Jennifer dapprima chiarì cosa significava per lei sentirsi libera, poi sbrigliò i dettagli pratici che leavrebbero permesso di vivere il suo sogno e infine si impegnò per realizzarlo.
Esercizio 20: Stabilire il piano di volo Ripensa alla visione dell’Esercizio 19: Mettere l’immaginazione al proprio servizio (vedi p. 175). Questo è un work in progress, perciò gioca liberamente con la tua visione finché non riesci a fissarla in qualcosa di concreto che vuoi realizzare e verso cui vuoi dirigerti.
Assicurati di farlo quando è rilassato, tranquillo e ha tempo di ascoltarti. Fagli capire che è solo la fase embrionale di un’idea e che capisci che potrebbe destabilizzarlo. Cerca di raccontarne una versione che possa essere stimolante anche per lui. Se sai già che troverà mille motivi per non farlo, prova il discorso con un amico in modo da essere preparata.
Partire con un traguardo ambizioso può gettare nello sconforto, ma suddividerlo in piccole parti lo farà diventare più fattibile. Pensa a dei microtraguardi intermedi che devi superare per raggiungere la meta finale e fanne una lista usando il passato, come se li avessi già realizzati. Psicologicamente è un trucco molto potente perché aumenta la fiducia nelle tue possibilità (Bici ad Amsterdam, dati e cifre).
Prendi la lista dei microtraguardi e riporta ognuno di loro in cima a una pagina diversa del diario. 2. Spezzetta ulteriormente ogni microtraguardo in gradini ancor più piccoli e fanne una lista sulla rispettiva pagina del diario; anche in questo caso usa il tempo passato. 3. A fianco di ogni microtraguardo metti una data «entro cui» e accanto a ogni gradino segnala quanto conti di impiegarci a superarlo.
Ora la parte più importante: impegnati a volare scrivendolo. Condensa la tua visione in un’unica frase. Appendila alla parete, fanne un oggetto, una poesia, una canzone. Annuncialo a un amico o anche solo a te stessa. Quale che sia il tuo obiettivo, impegnati! Ricorda, va benissimo cambiare idea, purché tu ti diriga da qualche parte.
INIZIA OGGI Per quanto il tuo sogno di libertà possa sembrare lontano adesso, la cosa più importante da fare, la cosa fondamentale, è che inizi - Noleggia una bici a Amsterdam. Fai un passo, uno qualsiasi. Se te la senti di farne uno grosso, fallo, ma se non sei ancora pronta o se pensi di aver bisogno di qualche aggiustamento inizia piano e fai quello che puoi.
È come le fasi lunari: a seconda della fase in cui ti trovi, se stai crescendo e stai esplorando il sì è positivo, se invece stai mettendo a punto e perfezionando, il no spesso è più indicato. Sì o no, scegli, e muoviti. Capitolo 13 CHI SI SOMIGLIA SI PIGLIA: TROVARE IL PROPRIO STORMO Ho sempre pensato di essere piuttosto espansiva.
Alle feste mi divertivo e parlavo con tutti. Poi, invecchiando, iniziai a non gradire più tanto stare in mezzo alla gente. Non desideravo più essere al centro dell’attenzione e i ritrovi troppo affollati mi prosciugavano. Facendo più attenzione alle cose che mi stressavano, notai che avevo sempre più bisogno di tranquillità.
A un certo punto diventò di moda essere introversi, così decisi di appiccicarmi questa etichetta per un po’, ma anch’essa non mi stava. Necessitavo di tempo e spazio, lontana dal rumore, per ricaricarmi, ma le idee fluivano e prendevano forma solo attraverso la conversazione con gli altri. Alla ricerca, quindi, di un’alternativa, scoprii che esiste una «terza via», quella dell’«ambiverso»: un po’ espansivo, un po’ chiuso, ma nessuna delle due preponderanti.
Per me non funzionava. Noleggio di biciclette ad Amsterdam. Ho analizzato quali sono i momenti in cui sono più energica, creativa e spumeggiante e ho dedotto che sembro prendere vita all’interno di piccoli gruppi di persone affini a me: persone con uno spiccato lato pratico, ma anche molto spirituali, impegnative, flessibili, gentili però decise. Persone intelligenti e divertenti, ma che non te lo fanno pesare; persone che sanno ascoltare e condividere, senza però essere invasive; persone che preferiscono non dire niente, piuttosto che parlare del nulla, ma che si ravvivano se la conversazione è stimolante.
Insomma, decisi di inventarmi una nuova etichetta: «similversa». 8 Forse lo sei anche tu. Noi similversi ci accendiamo quanto stabiliamo rapporti autentici, fioriamo quando ci comunichiamo reciprocamente la nostra verità ele nostre storie, confidandoci quando si crea l’atmosfera giusta. Siamo grandi viaggiatori, perché la ricerca di legami veri ci rende curiosi e stimolati da culture e paesi lontani; ci piace vagare, poniamo buone domande e ascoltiamo attentamente le risposte.
Alcuni, almeno inizialmente, si sentono insicuri, ma con il sostegno degli altri brilliamo. Poche parole sincere e gentili possono operare miracoli e, quando siamo insieme ai nostri simili, acquisiamo grande forza. Preferiamo non fare nuove amicizie, se devono essere superficiali, ma quando ci mettiamo, con altri similversi, stringiamo legami in un batter d’occhio.
Assorbiamo gli avvenimenti importanti e ne ricordiamo i dettagli. Ti suona familiare? Mi piace il fatto che questa parola che ho inventato contenga la parola kind (gentile, delicato) perché la gentilezza, ricevuta e data, è energizzante, soprattutto se inaspettata e disinteressata. Guida al noleggio di biciclette ad Amsterdam: cosa sapere prima di partire. Ho bisogno di gentilezza quando sono in affanno, ne abbiamo bisogno tutti quando siamo in difficoltà, ed è l’unico modo in cui possiamo replicare quando non abbiamo una vera e propria risposta.
Ora che lo sai, che differenza fa? Be’, innanzitutto puoi smetterla di sentirti costretta a stare in un gruppo ampio, o di dover per forza fare amicizia non appena ne hai occasione. E se ti ci riconosci tu per prima ti sarà più facile riconoscere le persone come te. La tua gente.
Spesso è più facile con chi non ti conosce perché, anziché supporre, ti dà la possibilità di raccontare una nuova storia di te stessa, la tua storia da persona libera. E più la raccontiamo, anche se è solo un augurio, più ci crediamo e più ci avviciniamo a realizzare il nostro io libero (Bicycle Hotel Amsterdam).
Tra questi c’erano un italiano, quattro americani e un inglese, e non stavo nemmeno cercando amici. In bicicletta ad Amsterdam. Anzi, ero andata lì per stare da sola, per scrivere, pensare, rilassarmi corpo e mente e vivere un’avventura tutta mia. Questi nuovi amici li ho trovati non perché li stessi cercando, ma perché cercavo me stessa.
Procedevo a bordo del mio volo sulla pista dell’aeroporto di Nosara ascoltando Follow the Sun di Xavier Rudd. Mentre riflettevo sulla mia permanenza ricostituente nella giungla, vidi un puntino nel cielo che, avvicinandosi, riconobbi come un Cessna che, alla fine, si arrestò a meno di una quindicina di metri da noi.
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